mercoledì 1 novembre 2017

Dissesto o commissariamento e dissesto? Conseguenze dell'inerzia dell'amministrazione Savarese


Lettera aperta al Sindaco di Ardea
Egregio Sindaco,
il Consiglio Comunale, su proposta della sua Giunta, ha votato il 31 luglio scorso la delibera n. 10 riguardante l’assestamento di bilancio 2017.
In tale delibera, al fine di far fronte a debiti fuori bilancio per 1.177.313,07€, si iniziava la procedura di riequilibrio pluriennale prevista dall’art. 243 bis del Testo Unico Enti Locali.
Tale procedura prescrive che entro il termine “perentorio” di 90 giorni il Consiglio dovesse approvare un piano di riequilibrio massimo decennale.
La scadenza del 29 ottobre è passata inutilmente: il piano di riequilibrio non è stato deliberato.
Novanta giorni sono parecchi, eppure non se n’è trovato uno per convocare l’inutile commissione bilancio del consiglio comunale per incardinare il piano di riequilibrio. Non uno per convocare una riunione di giunta sullo stesso tema. La domanda che i cittadini si pongono è: ma a cosa servono consiglio, giunta, commissione se non fanno quello che istituzionalmente sono tenuti a fare? A che serve una presidente della commissione bilancio che per 90 giorni non si occupa di un tema fondamentale per la continuità amministrativa? E che arriva al balletto delle dimissioni date e ritirate, trapelate e mai smentite? Pensavamo che il teatrino della vecchia politica fosse alle nostre spalle e invece ce lo ritroviamo ancora in palcoscenico.
A questo punto le norme sono chiare: inizia la procedura per il dissesto finanziario del Comune di Ardea che può essere dichiarata dal Consiglio Comunale oppure da un Commissario nominato dal Prefetto previo scioglimento del Consiglio Comunale.
La sua Amministrazione si trova quindi di fronte ad un bivio: dichiarare il dissesto oppure andare a casa.
Tutto ciò senza aver minimamente discusso pubblicamente della situazione e, temiamo, sostanzialmente senza essere coscienti di quello che stava succedendo.
Ci chiediamo infatti quanti di quei consiglieri che hanno votato a favore della delibera (quindici, tutti quelli del gruppo Movimento 5 Stelle) fossero consapevoli del meccanismo che si azionava e delle conseguenze di quel voto.
C’è stato un dibattito all’interno del gruppo? Si sono valutate le alternative? Oppure la situazione è precipitata negli ultimi giorni quando, nei fatti, si è arrivati ad avere come unica possibilità la dichiarazione di dissesto?
A noi cittadini non è dato avere una risposta a queste domande, stante il clima di sostanziale omertà in cui agisce la sua amministrazione. All’esterno nulla trapela e tutto si consuma nel chiuso delle stanze del Comune.
Si decide sul futuro di 50000 cittadini di Ardea a loro insaputa.
E questo, caro Sindaco, da parte di una amministrazione che tanta speranza di cambiamento aveva suscitato nella cittadinanza.
I voti da lei ottenuti sono innanzitutto i voti dati al Movimento 5 Stelle perché prometteva di portare ad Ardea un metodo di governo basato sulla trasparenza, sull’onestà, sulla partecipazione democratica.
Promesse che nei fatti non sono state mantenute, tutt’altro.
Caro Sindaco, la informiamo che l’ultimo Comune in Italia a dichiarare dissesto è stato quello di Benevento, nel gennaio 2017, sindaco quel Clemente Mastella che potrebbe essere il simbolo della vecchia politica tanto avversata nelle dichiarazioni dal M5S e tanto imitata nei fatti. In questo speciale albo d’oro, dopo il nome di Clemente Mastella, troveremo il suo: non crediamo che fossero questi i suoi progetti e le sue aspirazioni. Sicuramente non erano i nostri e quelli dei cittadini che la hanno votata.
A questo punto le rimane un unico gesto che le potrebbe evitare questa vergogna: faccia fare al prefetto il suo lavoro, faccia sciogliere questo inutile Consiglio Comunale e, dopo le sofferenze che inevitabilmente il Commissario infliggerà agli sfortunati cittadini di Ardea si torni alle elezioni.

Vedrà che, in questo modo, nel giro di qualche anno il suo nome ad Ardea tornerà nell’oblio. Che comunque è sempre meglio che lasciare un pessimo ricordo.